Rendersene conto: il primo passo per la comunicazione

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Pandemonium
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Rendersene conto: il primo passo per la comunicazione

Messaggio da Pandemonium » mar 14/mar/2017 19:55:35

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Spesso si parla della comunicazione del proprio daimon, ma mai si dà il giusto spessore ad un piccolo processo, minuscolo, ma fondamentale per riuscire ad instaurare un rapporto più che soddisfacente con il proprio compagno di mente: il rendersi conto dei messaggi, dei contatti e dei piccoli segnali che esso ci invia durante il corso della giornata.

Sembra una gran bella parola, ma... come si fa?
Come al solito, tra il dire e il fare, c'è di mezzo il mare. Infatti è bene ricordarsi che il daimon non comunica a parole, non sempre almeno. Questo può essere frutto di duro lavoro o ancora non arrivare mai: non perché ci troviamo con un compagno particolarmente pigro o ebete, ma perché non sempre è la forma più congeniale a noi. Al contrario egli può prediligere diverse forme di comunicazione, più adatte al nostro essere, ovviamente unico.
Ma proseguiamo con ordine.

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La comunicazione verbale è quella più diffusa, almeno sul forum. Ma ciò non significa certamente che per tutti i daemian funziona in questo modo! Al contrario, per i novizi è spesso difficile comprendere quali sono i "suoi" pensieri e quali "appartengono", al contrario, al proprio daimon. E' infatti una problematica diffusa, e di solito risulta complicato trovare un modo per rassicurarlo, che non si sta inventando nulla, ma che la chiave, al contrario, è proprio a portata di... testa.

Infatti, può sembrare assurdo, ma tutti noi stiamo comunicando con il daimon. Anche la nonna con la terza elementare che ha lavorato nell'orto per tutta la sua vita, anche il ragazzino bullo della scuola, anche i genitori laureati e... anche te. Anche se non si possiedono grandi nozioni di filosofia, o di psicologia. Esiste questo falso mito, terribile, secondo il quale "se non so nulla in materia, non posso certamente comunicare con lui/lei".
Per farla breve: non abbiamo di certo bisogno di Freud o Jung o altri eccelsi per capire che ragioniamo, pensiamo, proviamo emozioni, e che spesso qualcosa di oscuro si agita dentro di noi. Loro hanno semplicemente tirato a galla questi pensieri, ne hanno tracciato una mappatura, e oggi ci sono molto più chiari. Così come in passato si respirava pur senza conoscere per forza tutti i meccanismi dell'apparato respiratorio.
Non abbiamo bisogno di una laurea in psicologia o in filosofia per comunicare con il daimon, perché esso è una parte integrante di noi, così come lo è il cuore, o i polmoni. Anche se non sappiamo bene come funzionano, sappiamo che ci sono e li usiamo, più o meno consapevolmente.

Ora che sappiamo che, bene o male, c'è, come facciamo ad attirare allo scoperto questo daimon e a parlarci un po'?
Lo state già facendo. Probabilmente ora non mi credete, ma è così. Il daimon è in costante contatto, esattamente come il cuore pompa sempre sangue all'organismo. Semplicemente, non sempre sentiamo i suoi battiti, ma ciò non significa che non ci sia. Dobbiamo solo prestare ascolto, e porgere l'orecchio e avvertire queste pulsazioni interiori.

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Nei primi contatti c'è l'impressione che nessun daimon ci stia ascoltando. Siamo certi che la nostra testa sia tale e quale a prima, che nessuna mistica creatura sia con noi. Ed è così: non illudetevi, il daimon non è sicuramente un magico essere piombato all'improvviso. Proprio come il cervello si sviluppa con la nostra crescita, e con esso i pensieri, il daimon segue il suo percorso. Non è all'infuori dei nostri neuroni o del nostro essere, è lì, con noi. Se non si rivela, è perché sicuramente ci siamo abituati alla sua presenza passiva.
Egli infatti comunica con noi sempre, e ha i suoi metodi silenziosi (più o meno).

Ci sono persone che pensano a dialoghi (rapido esempio: "Non vedo l'ora di andare a casa!" "Certo, tesoro, ti piacerebbe. Sai benissimo che prima devi cucinare e finire il lavoro che hai iniziato. Forza e coraggio, datti da fare" "Oh, no." "Sarà veloce, te lo assicuro, se ti impegnerai"). Questo è sicuramente molto vicino alla nostra idea di comunicazione verbale, e per questo motivo le persone abituate a ragionare in questa maniera non faticheranno ad instaurare il primo contatto.
Molti novizi sono confusi perché pensavano di "udire" una voce con differente timbro, ma vi rivelo che non è affatto così. Molti novizi sono presi dalla frenesia del capire se il loro daimon è maschio, o è femmina, e del tono diverso, un aspetto importante, a detta loro, per capire "chi sta parlando". Vi consiglio in tutta franchezza di lasciare stare queste piccolezze. Il daimon non è maschio nè femmina e non ha voci particolari. Questi dettagli li acquisirà in seguito per favorire il vostro contatto. Abbandonate questo aspetto e concentratevi per capire i suoi sottili messaggi, per realizzare che è con voi, per porgere l'orecchio al battito del cuore psichico.

Altre ancora, avvertono il proprio daimon come immagini. Per esempio, stanno pensando al loro lavoro, quando all'improvviso, senza premeditazione, arriva un'immagine, non troppo chiara, forse un po' sfocata, della loro casa al mare. L'immagine può evocare emozioni molto lontane dall'immagine alla persona che la "riceve", perché è soggettivo. Così come l'immagine di un cane per una persona può portare serenità, per un'altra può ricordarle un trauma e averne una forte paura. L'immagine della casa al mare può portare alla persona nostalgia, felicità, ma anche paura o una motivazione a finire in fretta al lavoro.

Altre avvertono il daimon come intuizione. Stanno parlando di tutt'altro, quando ecco che, senza come, nè perché, ha l'intuizione giusta. L'ispirazione per una poesia o un disegno, o un'idea, o anche qualcosa di meno nobile, come una battuta sporca o cattiva che per una certa personalità non sarebbe mai stata pensata spontaneamente.
Non si tratta di dare il "merito" di ogni nostra idea o opinione o battuta al daimon. Non è così. Questa netta distinzione andrebbe abbandonata. Non esistono il daimon e il daemian, ma una totalità che lavora di squadra.

Il daimon è tutto questo, e non solo questo. Più metodi comunicativi possono sorgere nella stessa persona. La tappa fondamentale è rendersi conto che esso comunica, anche in maniera non convenzionale.

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Ricordatevi che il daimon non sempre è in linea con il pensiero della società e soprattutto con il vostro pensiero. Mi spiego meglio. Noi siamo così influenzati dal mondo esterno che spesso rinneghiamo parti vere di noi. Essere omosessuali non va bene? Perfetto, rinneghiamo. Fare l'artista è una pessima scelta per il mio futuro e disapprovato dalla mia famiglia? Ok, non mi piacciono gli scontri, nascondiamo. Sono esempi semplici, forse banali, ma spesso non ci rendiamo conto che ciò accade. Spesso nascondiamo parti di noi addirittura a noi stessi, perché non le accettiamo.
Il daimon ha un ruolo fondamentale. Fa da mediatore. Ci mette sotto al naso le parti che noi non accettiamo. Spesso non capiamo. Spesso ci fa notare il nostro orientamento sessuale, seppur scomodo, per esempio, o il nostro giusto indirizzo e vocazione. Anche se non lo vogliamo, lui lo mostra, perché è quello il suo scopo: renderci felici, realizzare ciò che è meglio per noi, e non per la società.
Il daimon non serve per farci fare due risate con l'amichetto immaginario. Non è l'animaletto che ci piace che proiettiamo. Non è nulla di tutto ciò. Ha uno scopo profondo e intimo, che è aiutarci a capire cosa ci facciamo qui, cosa è meglio per noi, come raggiungere ciò che amiamo, e essere noi stessi senza veli. Ci indica la via per la nostra felicità, se il mondo di fuori non ci stressa troppo impedendoci di guardarci dentro. Lo stress è il peggior nemico di un daemian, perché è come una grande, rumorosa città che ci invade e ci impedisce di parlare anche con le persone più vicine a noi o anche solo di sentirle.

Per questo, ritengo che il daimon sia, oltre che un'innegabile parte della psiche umana, uno strumento fondamentale per fronteggiare la nostra vita, per uscire da periodi difficili, oltre che un saldo punto d'appiglio interiore.

Mi auguro che questo post vi abbia aiutato a mettere ordine nei vostri pensieri e soprattutto di aver reso meno mistico o fantasy la figura interiore che noi chiamiamo daimon.
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Grazie a Bolla, Sapha e Shi per le bellissime immagini!

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Yomi
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Re: Rendersene conto: il primo passo per la comunicazione

Messaggio da Yomi » mar 14/mar/2017 20:38:53

Adoro moltissimo come hai steso e dato risposte a tutti i problemi e dubbi che normalmente un novizio affronta arrivando.
Yomi
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Re: Rendersene conto: il primo passo per la comunicazione

Messaggio da Andrea » mar 14/mar/2017 21:00:28

Davvero un'ottima guida, valida sia per i neofiti, sia per quelli che pur non essendo neofiti, sono spesso colti da dubbi e ripensamenti sulla natura del proprio rapporto col daimon.
Andrea|Daemian|INTP|5w6|Slytherclaw
Hagen|Daimon|MBTI non trovato, si prega di contattare l'amministratore

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